Bruno Roba
La valle del Bidente di Pietrapazza fra geografia e storia.
(2) La “bastionata ci Campigna-Mandrioli” e le scaturigini del Bidente.
Foto: Dal Crinale del Finocchio, vedute di parte della testata del Bidente di Pietrapazza tra il crinale medesimo e Poggio Rovino e dell’alta valle all’altezza dell’Eremo Nuovo (12:07:16)
Per la relativa vicinanza dei due opposti contrafforti il bacino idrografico del Bidente di Pietrapazza appare relativamente stretto, comunque presentante una notevole articolazione di crinali e controcrinali, a convergenza quasi simmetrica sull’incisione dell’asta fluviale principale orientata verso Nord, contribuendo a incrementare l’aspetto di progressiva ristrettezza e profondità della valle fino al suo sbocco di Pian del Ponte, dove tra il crinale in destra idrografica e la pari quota in sinistra corre una distanza di circa 500 m. Dalla diversa giacitura e disgregabilità dell’ambiente marnoso-arenaceo, negli alti versanti conseguono sezioni vallive a “V” e nei fondovalle, specie dove essi si fanno più tormentati, profondi e ristretti, si formano gole, forre, financo degli orridi, con erosioni fondali a forma c.d. di battello, mentre i tratti più ripidi dei rilievi mostrano la roccia denudata. Nel versante esposto a settentrione dello Spartiacque Appenninico principale (la c.d. bastionata di Campigna-Mandrioli), specie nella parte a ridosso delle maggiori quote, si manifestano invece fortissime pendenze modellate dall’erosione e dal distacco dello spessore detritico superficiale con conseguente crollo dei banchi arenacei, lacerazione della copertura forestale e formazione di profondi fossi e canaloni fortemente accidentati, talvolta con roccia affiorante, come il doppio rilievo di Poggio Rovino, con il canalone fortemente accidentato del Fosso del Rovino, che presenta quella vasta area adiacente di roccia affiorante e fratturata (cui probabilmente deve il caratteristico oronimo).
Segue l’altrettanto caratteristico picco acuminato di Monte Cucco, toponimo considerato relitto linguistico dal latino cuccum, cucuzzolo, ma si pensa anche ad un‘origine onomatopeica dal latino cuculus, latino medievale cuccus, cuculo, romagnolo kòk (Polloni, 1966); va infine considerato che in molti documenti medievali si parla di Monte “Acuto”. Chiude la testata la Cima del Termine, rilievo anticamente detto Terminone, dove appunto “terminava” l’estensione della Selva di Casentino overo di Romagna che si chiama la selva di Strabatenzoli e Radiracoli donata (assegnata in perpetuo) tra 1380 e il 1442 dalla Repubblica Fiorentina all’Opera del Duomo di Firenze (Gabbrielli e Settesoldi, 1977), all’epoca detto anche Le Rivolte di Bagno, infatti si “rivolgeva” bruscamente (data la morfologia improvvisamente impervia del sito) e dava inizio al tragitto in tale direzione. Al rialzarsi dei rilievi si alternano andamenti più lineari interrotti dalle selle dei Passi dei Cerrini, di Massella e dei Lupatti. Ai passi e alle incisioni dei crinali corrispondono i numerosi rami degli affluenti più montani del Bidente: oltre al Fosso del Rovino, già delle Capanne o Capannacce, con rami che si estendono anche al Passo della Crocina fino al Passo e Poggio della Bertesca, verso Est trovano origine il Fosso delle Ranocchie, lo stesso Bidente di Pietrapazza e il Fosso dei Segoni, già della Buca Prati o della Buca dei Preti, mentre i Fossi della Spiaggia o delle Spiagge e della Neve, che confluendo danno vita al Fosso della Bocca, già della Buca, hanno origine da Cima del Termine e dal suddetto primo tratto del contrafforte principale fino allo stacco del Crinale del Finocchio alle Palestre. Affluente, identificato nelle mappe, del Fosso della Bocca è il Fosso dell’Eremo, dal ripidissimo anfiteatro vallivo incassato tra gli sproni del versante occidentale del crinale, caratterizzato da estese e fitte stratificazioni affioranti. Altri importanti affluenti si immettono nel fiume a monte di Pietrapazza, ma non fanno parte di questo racconto.
Foto: Schema cartografico del bacino idrografico dell’alta valle del Bidente di Pietrapazza
In base alla cartografia moderna, sia della Regione Emilia-Romagna sia della Regione Toscana, viene indentificata l’origine del Bidente di Pietrapazza tra una delle ramificazioni che incidono lo Spartiacque comprese tra quelle del Fosso delle Ranocchie e del Fosso dei Segoni e, per la precisione, trova origine in quella sella, compresa tra il Monte Cucco e il Passo dei Lupatti, che anticamente era detta Passo di Massella (1200 m. slm.), laddove il sent. 60 CAI si innesta sul sentiero 00 di crinale (N.B.: l’oronimo di questo passo è oggi scomparso o desueto e lo si ritrova unicamente nella Carta d’Italia dell’I.G.M. di primo impianto in scala 1:50.000, per l’area datata 1893-94; secondo tale – inevitabilmente approssimativa – mappa il Bidente pare avere origine dalla complessiva confluenza dei fossi provenienti dalla testata appenninica, che non vengono altrimenti identificati). Nella tavoletta della Carta d’Italia dell’I.G.M. del 1937 di impianto in scala 1:25.000, quindi più particolareggiata, viene invece identificato il solo Fosso del Rovino mentre il tratto alto del Bidente pare corrispondere al Fosso dei Segoni. Nel Catasto Toscano del 1826-34 vengono identificati tutti i sopracitati fossi della testata appenninica, danti origine al c.d. Fosso Bidente, mentre non è rappresentato il suo ramo alto. Infine, secondo la Carta Geometrica della Regia Foresta Casentinese (1850 – conservata presso il Nàrodni Archiv Praha), il fiume (anche qui denominato fosso) aveva origine più a valle, ovvero solo dopo l’immissione del Fosso della Bocca, mentre il breve tratto a monte fino alla confluenza dei sopracitati affluenti era detto Fosso del Pian del Miglio (Pian del Miglio era il pianoro adiacente). Il termine del fiume, come qui considerato, alla confluenza del Fosso di Strabatenza, avviene dopo uno sviluppo di circa 8 km., alla quota di 470 m. slm.
Immagine: Schema da cartografia di metà del XIX secolo dell’alta valle del Bidente di Pietrapazza integrato da repertorio della toponomastica antica, dove il Bidente è preceduto dal breve Fosso del Pian del Miglio.
Riferimenti bibliografici
A. Gabbrielli, E. Settesoldi, La Storia della Foresta Casentinese nelle carte dell’Archivio dell’Opera del Duomo di Firenze dal secolo XIV° al XIX°, Min. Agr. For., Roma 1977.
A. Polloni, Toponomastica Romagnola, Olschki, Firenze 1966, rist. 2004.
Immagini
1° e 2° – Dal Crinale del Finocchio, vedute di parte della testata del Bidente di Pietrapazza tra il crinale medesimo e Poggio Rovino e dell’alta valle all’altezza dell’Eremo Nuovo (12/07/16).
3° – Schema cartografico del bacino idrografico dell’alta valle del Bidente di Pietrapazza.
4° – Schema da cartografia di metà del XIX secolo dell’alta valle del Bidente di Pietrapazza integrato da repertorio della toponomastica antica, dove il Bidente è preceduto dal breve Fosso del Pian del Miglio.