Bruno Roba
La valle del Bidente di Pietrapazza fra geografia e storia
(6) Alla ricerca di case scomparse: il Finocchio e la Casa di Bastiano
Il Finocchio e Casa di Bastiano o Poderino del Finocchio sono due poderi adiacenti all’Eremo Nuovo documentati fin dal 1560 ma non specificamente citati tra i beni posseduti dall’Opera, che si può con buona certezza ritenere corrispondenti a due fabbricati anonimamente riportati dal Catasto Toscano del 1826-34; la mappa è comunque utile per il reperimento dei loro resti. Inizialmente costituito da una capanna e solo nell’ultimo secolo di vita integrato dalla funzione abitativa, il primo insediamento è da ritenere che si trovasse su uno sprone che si dirama dal crinale cui dà il nome, delimitante l’anfiteatro del Fosso dell’Eremo, dove un terrazzo morfologico ha consentito la formazione di un’area prativa, probabilmente utile al pascolo di qualche capo di bestiame, sul cui bordo superiore, oggi circondato da cerri, carpini e qualche pino, sorgeva la casa, di cui si individua l’impronta e si riconoscono gli scarsi resti lapidei che hanno resistito alle intemperie di un luogo tanto impervio, che comunque risulta abitato fino al 1816.
Particolari del sito delle “palestre” e degli insediamenti (7/04/18).
L’attribuzione toponimica è possibile grazie alla descrizione dei confini del podere, posto tra quelli dell’Eremo Nuovo ad Ovest e della Ciardella a Nord, oltre che limitato a Sud dal Fosso della Bocca e ad Est dal Crinale del Finocchio (cfr.: C. Bignami, A. Boattini, 2018, dove si trovano notizie approfondite sulle vicende del luogo, che però nella mappa allegata al testo indica una collocazione del fabbricato lontana dal Fosso della Bocca). Alla Casa di Bastiano, che sarebbe esistita per poco più di un solo secolo, potrebbe essere attribuito l’accumulo di pietrame, richiamante un’impronta edilizia, posto su un terrazzamento nascosto nella macchia della vallecola adiacente allo sprone suddetto, attraversata da un fossatello e collegata da un sentiero con l’altro podere, rispetto al quale si trova a circa 100 m di distanza in linea d’aria e ad un dislivello inferiore di circa 50 m, così corrispondendo sia al riporto del Catasto Toscano sia alle descrizioni documentali (cfr.: C. Bignami, A. Boattini, 2018, dove però non sono formulate ipotesi localizzative o riguardo alla reperibilità di resti).
Dal sentiero che da Prato ai Grilli, seguendo prevalentemente il corso del Fosso della Neve (affluente del Fosso della Bocca), scende al Bidente attraversandolo con la pedanca già vista, si aprono scorci sulla cresta piramidale del crinale ed il sito de Il Finocchio (19/02/17 – 9/11/20).
Il Poderaccio, posto in dx idrografica all’altezza della confluenza del Fosso dei Segoni nel Bidente, risulta documentato fin dal 1560. De le Capanne, posto in sx idrografica del Fosso del Rovino o delle Capanne presso lo sbocco nel Bidente, nel sito anticamente detto Pian del Miglio, si hanno notizie fin dal 1642 ma sarebbe stato abbandonato già dai primi del ‘700. Di questi si trovano evidenti tracce.
Il Crinale del Finocchio, mentre delimita l’anfiteatro del Fosso dell’Eremo e spalanca la veduta verso l’Eremo Nuovo e lo sprone dove sorgeva Il Finocchio, diviene particolarmente impervio e quasi inaccessibile meritandosi la definizione di “palestre” (12/07/16 – 9/11/20).
Il Raggio del Finocchio punta sempre affilato verso Pietrapazza trovando la Maestà del Raggio (18/10/11 – 3/10/12 – 12/07/16 – 12/08/16 – 19/04/18).
Vedute del sito dove probabilmente sorgeva Il Finocchio e della sua traccia (7/04/18).
Vedute del sito e della traccia che si può ipotizzare relativi alla Casa di Bastiano, nei pressi de Il Finocchio (7/04/18)
Traccia della mulattiera recante ai siti de Il Finocchio e Casa di Bastiano, con vista sull’Eremo Nuovo (7/04/18)
Riferimenti bibliografici
C. Bignami, A. Boattini, La Gente di Pietrapazza, Monti editore, Cesena 2018.