Bruno Roba
La valle del Bidente di Pietrapazza fra geografia e storia
(1) La valle ed i suoi limiti
Nel contesto del sistema orografico del versante emiliano-romagnolo dell’Appennino Settentrionale, l’Alta Valle del Fiume Bidente nel complesso dei suoi rami di origine (delle Celle, di Campigna, di Ridràcoli, di Pietrapazza/Strabatenza), assieme alle vallate collaterali, occupa una posizione nord-orientale, in prossimità del flesso che piega a Sud in corrispondenza del rilievo del Monte Fumaiolo.
L’assetto morfologico è costituito dal tratto di Spartiacque Appenninico compreso tra il Monte Falterona e il Passo dei Mandrioli da cui si stacca una sequenza di diramazioni montuose strutturate a pettine, proiettate verso l’area padana secondo linee continuate e parallele che si prolungano fino a raggiungere uno sviluppo di 50-55 km: sono dorsali denominate contrafforti, da cui hanno origine numerose dorsali minori che si sfrangiano in una varietà di sproni, mentre le loro zone apicali fungenti da spartiacque sono dette crinali, termine che comunemente viene esteso all’insieme di tali rilievi: «[…] il crinale appenninico […] della Romagna ha la direzione pressoché esatta da NO a SE […]; hanno […] orientamento, quasi esatto, N 45° E, i contrafforti (e quindi le valli interposte) del territorio della Provincia di Forlì e del resto della Romagna.» (P. Zangheri, 1961, rist. anast. 1989, p. 9).
L’area, alla testata larga circa 18 km, è nettamente delimitata da due contrafforti principali che hanno origine, ad Ovest, «[…] dal gruppo del M. Falterona e precisamente dalle pendici di Piancancelli […]» (P. Zangheri, 1961, rist. anast. 1989, p. 14) e, ad Est, da Cima del Termine; entro quell’ambito dalla testata si staccano due contrafforti secondari e, dall’intero complesso orografico, vari crinali e controcrinali minori delimitanti le singole vallecole del bacino idrografico.
La valle del Fiume Bidente di Pietrapazza riguarda il ramo più orientale del Bidente, delimitato: ad Ovest da un primo tratto del contrafforte secondario che, distaccatosi da Poggio allo Spillo, va a concludersi con il promontorio della Rondinaia; ad Est da un primo tratto del contrafforte principale che si stacca da Cima del Termine diretto verso Cesena.
La sua testata si sviluppa tra il Passo della Crocina e la vetta minore di Cima del Termine, estendendosi, ad Ovest, al tratto del contrafforte secondario compreso tra Poggio allo Spillo e Poggio della Bertesca, ad Est, al tratto del contrafforte principale, le Rivolte, compreso tra Cima del Termine ed il Crinale o Raggio del Finocchio o delle Palestre; quest’ultimo crinale, staccandosi presso la sella di Prato ai Grilli (o Prato dei Grilli), posta prima del Poggiaccio, converge quindi verso l’Eremo Nuovo.
Completa la delimitazione del sistema vallivo l’ulteriore convergenza delle dorsali che si diramano dagli opposti contrafforti. Da un versante esse si staccano dai Monti Moricciona e La Rocca, dall’altro versante proviene quella, rilevante, che deriva dal Monte Castelluccio e si dirige verso il Monte Casaccia terminando con il Monte Riccio: qui, presso la confluenza dei Fossi di Strabatenza e Trappisa nel Bidente, a ridosso di Pian del Ponte, la Valle di Pietrapazza si restringe quasi a chiudersi creando una discontinuità con quella di Strabatenza, così rendendo possibile una specifica identità geo-morfologica.
A valle dell’improvvidamente demolito (ma mai idealmente rimosso) villaggio di Strabatenza, pur senza soluzione di continuità morfologica, si modifica l’idronimo e il Bidente di Pietrapazza diviene di Strabatenza laddove vi si immette il Fosso delle Cannetole, che ha origine dalla piega tra i Monti La Rocca e Marino.
Riferimenti bibliografici
P. Zangheri, La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali, C.C.I.A.A. Forlì, Forlì 1961, rist. anast. Castrocaro Terme 1989;
Immagini
Dal Poggiaccio e suoi pressi, sul contrafforte principale che si stacca da Cima del Termine, vedute panoramiche dello Spartiacque inciso dalle ramificazioni degli affluenti di testata del Bidente di Pietrapazza, tra cui lo stesso ramo alto del fiume (3/10/11).