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AL CHIARDOVO NEL TEMPO

UNA PASSEGGIATA LUNGO IL NOVECENTO

Pochi altri luoghi sono legati alla storia e all’immagine di Bagno quanto la sorgente del Chiardovo. L’utilizzo delle benefiche acque sulfuree, da parte dei frequentatori delle terme di Bagno di Romagna, ha accompagnato lo sviluppo del paese termale a partire dai primi anni del Novecento, quando la costruzione delle strade di collegamento verso Arezzo, attraverso il passo dei Mandrioli, e per Cesena, lungo la valle del Savio, ne rese più facile l’accesso rispetto al passato.

Ancora nei primi decenni del Novecento, chi voleva bere l’acqua del Chiardovo, doveva avventurarsi lungo una tortuosa mulattiera che risaliva lungo la destra orografica del torrente Volanello, attraversandolo su due ponti di legno nei pressi della casa denominata “La Vigna” per poi giungere al piccolo mulino poco distante.

Da qui la mulattiera proseguiva, in un percorso completamente selciato, fino al podere di Varlungo, per arrivare finalmente a destinazione dopo aver attraversato un breve tratto nel bosco.

I frequentatori di quel tempo si trovavano così di fronte alla sorgente che scaturiva da una spaccatura nella roccia che costeggiava il torrente e potevano gustarne, infine, la freschezza e le proprietà salutari.

Sarà solo nei primi anni Trenta che l’Amministrazione comunale si porrà l’obiettivo di realizzare una comoda strada per raggiungere la sorgente del Chiardovo, sempre più frequentata, attraverso un percorso in gran parte diverso rispetto alla mulattiera sino ad allora utilizzata. Il progetto, realizzato nel 1935 dal tecnico comunale, geometra Leo Bartolini, prevedeva anche la realizzazione di una fonte in pietra arenaria nella quale far confluire, per caduta, le acque della sorgente.

Nei documenti dell’epoca si legge: «la strada del “Chiardovo” ha una larghezza di m 2.50 e una lunghezza di m 621; serve per alacciare [sic] il paese di Bagno di Romagna (antica e rinomata stazione termale) alla “Fonte del Chiardovo” (sorgente d’acqua debolmente solforosa per idrogeno solforato e solfuri alcalini – serve per nebulizzazioni, purga, acqua da tavola e inalazioni), meta quest’ultima di passeggiate pomeridiane della immensa colonia estiva di bagnanti che trovano nella freschissima acqua linfa benefica ai loro molteplici mali».

I lavori, assunti dall’Impresa Costruttrice “Cooperativa di lavoro Cesare Battisti” di S. Piero in Bagno, iniziarono ufficialmente il 3 maggio 1935 e si protrassero per circa un anno.

Come attestò il geometra Bartolini nella conclusiva “Relazione sommaria” del 24 giugno 1936, il costo delle opere fu di L. 92.736,43 e comportò l’impiego di «giornate lavorative di operai n° 4081». Il 26 luglio 1936 la strada e il fontanile furono inaugurati e poi benedetti da don Antonio Mosconi, un giovane sacerdote bagnese che proprio quel giorno aveva celebrato la sua prima messa.

Da quel momento la passeggiata al Chiardovo diverrà sempre più una consuetudine per i turisti che frequenteranno nel tempo Bagno di Romagna. Le immagini fotografiche ed i documenti che seguono sono testimonianze di questa lunga storia.

La mostra fotografica è stata esposta fra l’estate e l’autunno del 2023 lungo la passeggiata del Chiardovo, offrendo così ai visitatori la rara possibilità di confrontare coi propri occhi il passato ed il presente. Riproduciamo qui tutti i materiali della mostra, con alcuni documenti ed immagini aggiuntive che, per motivi di spazio, non avevano trovato posto nell’esposizione originaria.

Fonti

  • Archivio Storico Comune di Bagno di Romagna, Ufficio Tecnico, 1936 (ASCBR)
  • Archivio Coop. Cesare Battisti (ACB)
  • Archivio Stefano Valbruzzi (ASV)
  • Archivio Umberto Console (AUC)
  • Grazie a Stefano Valbruzzi, Daniela Gentili, Chiara Tosi, Claudio e Walter Bignami per la gentile collaborazione.

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Progetto della fonte del Chiardovo, planimetria della fonte e del piazzale. Il disegno mostra l’originaria posizione della sorgente rispetto alla fontana. (ASCBR).

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Progetto della fonte del Chiardovo, dettaglio del manufatto in arenaria. Opera del tecnico comunale geometra Leo Bartolini, l’elaborato porta la data del 9 agosto 1935. (ASCBR).

4 luglio 1935. Alcune firme di cittadini bagnesi, che esonerano l’ufficio tecnico comunale «da ogni responsabilità per eventuali dispersioni dell’acqua sorgiva del Chiar d’ovo» in seguito a «lavori, mine, e quant’altro si renda necessario». (ASCBR).

Dettagli del progetto del ponte sul torrente Volanello sulla passeggiata per il Chiardovo. Anche questo progetto, che porta la data del 3 maggio 1935, è firmato dal geometra Leo Bartolini. (ASCBR).

Anni ’60. Ingresso alla passeggiata del Chiardovo, visibile sulla sinistra immediatamente dopo il ponte. In primo piano la variante della strada statale appena realizzata subito a monte di Bagno di Romagna. (ASV)

1936. Accesso alla nuova strada del Chiardovo, sbarrato da quattro cippi e una catena per consentire il solo passaggio pedonale. (ACB)

1936. Veduta di un tratto della nuova strada. In primo piano la casa della Vigna e, sullo sfondo, il Mulino di Varlungo. (ACB)

Anni ’50. Foto ricordo sul viale d’ingresso. (ASV)

1936. Opere murarie sulla nuova strada: il ponte sul torrente Volanello. (ACB)

1936. La nuova strada all’altezza del Mulino di Varlungo. Di fianco all’edificio è visibile la vecchia mulattiera che collegava il Mulino alla casa colonica di Varlungo, che si intravede sullo sfondo, e poi proseguiva per il Chiardovo. (ACB)

Primi anni del ‘900. Il Mulino di Varlungo prima della costruzione della nuova strada. L’immagine, animata da diversi personaggi in posa, mostra un tratto del torrente Volanello e, sullo sfondo, i campi e la casa del podere di Varlungo. (ASV)

Primi anni del ‘900. Particolare del Mulino di Varlungo. È ben visibile a fianco dell’edificio la loggetta poi demolita durante i lavori di costruzione della strada. (ASV)

Anni ‘50. Il Mulino di Varlungo, ormai dismesso ed in stato di abbandono. (ASV)

Anni ’40. Tratto di strada con vista in direzione di Bagno. In alto al centro si intravede la cappella gentilizia della famiglia Fabbri della Faggiola circondata da cipressi. (ASV)

Anni ’50. Tratto di strada con vista in direzione di Bagno. L’immagine, che riproduce la stessa inquadratura dello scatto precedente, è animata da figure femminili e bambini diretti verso la sorgente. (ASV)

Fine anni ’30. Lungo tratto della nuova strada con vista in direzione di Bagno. Sulla destra il Mulino di Varlungo, al centro la Vigna e sullo sfondo la casa del podere Falcone. (ASV)

1936. Opere murarie sulla nuova strada: il ponticello sotto le case di Varlungo. (ACB)

1936. Tratto della nuova strada nei pressi della casa di Varlungo. In primo piano la rampa che scende al torrente Volanello; in alto a destra alcune persone in bicicletta. (ACB)

1936. Tratto della nuova strada sotto la casa di Varlungo. (ACB)

Anni ’40. Tratto finale della strada del Chiardovo. Sulla destra si intravede il piazzale antistante la fonte. Al centro dell’immagine, quasi separate dai rami degli alberi in primo piano, da sinistra a destra sono riconoscibili la cappella Fabbri della Faggiola, la casa del Falcone e quella di Varlungo. (ASV)

Anni ’40. Tratto finale della strada del Chiardovo. In alto, rispetto alla nuova strada, si può vedere un tratto della vecchia mulattiera. (ASV)

Anni ’40. Cartolina che pubblicizza la fonte del Chiardovo e la sua acqua “solfureo-sodica”. L’immagine mostra il piazzale ed il nuovo fontanile. In alto è ben visibile un tratto della vecchia mulattiera (ASV)

1936. Il tratto conclusivo della strada del Chiardovo, a fianco del torrente Volanello. Sulla sinistra, vicino ad alcune figure in posa, sono visibili materiali di risulta degli appena terminati lavori. (ACB)

1936. Il piazzale con il nuovo fontanile del Chiardovo. (ACB)

Fine anni ‘50. La sorgente del Chiardovo e dintorni. A destra la spettacolare cascatella sul torrente Volanello; più in alto l’edificio, costruito nella seconda metà degli anni Quaranta, che per lungo tempo ha ospitato un bar, gradito ritrovo per i frequentatori della fonte. (ASV)

Anni ’60. Turisti al fresco del Chiardovo nel periodo estivo. (ASV)

Fine anni ‘60. Giovani bagnesi ripresi durante una delle frequenti passeggiate al Chiardovo. (ASV)

Anni ’70. Uomini alla fonte intenti a riempire bottiglie d’acqua. L’edificio che ospitava il bar, in alto a destra, appare già in uno stato di abbandono. (ASV)

Anni ‘70. Un gruppo di turisti accanto alla fonte. (ASV)

Fine anni ’30. Due bambine riempiono un fiasco con l’acqua del Chiardovo. (ASV)

Fine anni ‘30. Giovani alla nuova fonte del Chiardovo. (AUC)

Primi anni ’60. Bosi Ornella nelle scale della fonte del Chiardovo.

Inizi del ‘900. Inquadratura dall’alto dell’originaria fonte del Chiardovo. La sorgente sgorgava da un banco di roccia quasi all’interno del letto del torrente Volanello. La posizione della fonte è indicata dal personaggio che si intravede in basso a sinistra. (ASV)

Cartolina risalente ai primi anni del ‘900 (fu spedita da Bagno il 13 agosto 1904). Lo scatto mostra un gruppo di eleganti villeggianti nei pressi dell’originaria fonte del Chiardovo. (ASV)

Primi anni del ‘900. Gruppo di turisti alla fonte del Chiardovo per berne la salutare acqua. Si noti l’uomo in basso a sinistra che sta riempiendo un bicchiere dall’originaria sorgente. (ASV)

Luglio 1933. Raccolta dell’acqua alla primitiva sorgente del Chiardovo. È ben visibile sullo sfondo un pilastrino o maestà. (AUC)

Luglio 1933. Una donna si appresta a riempire un fiasco d’acqua dell’originaria sorgente del Chiardovo. (Nota: Sul verso della fotografia si legge: “Menchina al Chiardovo”). (AUC)