In occasione dell’edizione 2025 della Giornata Nazionale del Paesaggio, l’Archivio di Stato di Forlì-Cesena propone l’incontro “Storie di comunità della vallata del Bidente raccontate dalle carte d’archivio”.
Il prof. Alessio Boattini, docente presso il Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Bologna, ricercatore nel settore antropologico, ricostruirà, anche attraverso documentazione archivistica conservata in Istituto, le vicende di luoghi del nostro Appennino come San Paolo in Alpe e Ridracoli, nell’ambito del progetto “Alpe Appennina” per la storia delle montagne fra Romagna e Toscana.

Per l’occasione sarà allestita una mostra di documenti originali conservati in Archivio.

14 marzo 2025, ore 10
Archivio di Stato di Forlì-Cesena, sede di Forlì, via dei Gerolimini 6
Ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti disponibili

#GiornataNazionaleDelPaesaggio

Per informazioni:
tel. 0543 31217, email: as-fc@cultura.gov.it.
sito web:archiviodistato.forli-cesena.it

La “scomparsa” di vecchie case coloniche è un fenomeno abbastanza comune in tutto il nostro
Appennino. Quasi sempre abbandonate e con scarse probabilità di recupero (ma esistono eccezioni, vedi il
caso di Strabatenza), un discreto numero di queste abitazioni furono demolite dal Corpo Forestale fra i
Sessanta ed i Settanta, di solito per ricavarne materiale destinato al reimpiego nelle numerose “sterrate”
che si stavano aprendo in quel periodo. La zona di Ridracoli ha probabilmente il record di “scomparse”,
poiché all’attività della Forestale si aggiunse il notevole impatto dei lavori di costruzione dell’invaso.
Rio dei Castagni è una di queste case sparite e fino ad oggi del tutto perse alla memoria, poiché a nostra
conoscenza di essa non solo non restano tracce, ma non esiste alcuna immagine. La si incontrava lungo il
percorso che da Ridracoli sale a S. Paolo in Alpe per la valle del Rio Bacine (o Fosso di Valdoppio),
ultima casa del Comune di Bagno di Romagna prima di passare in quello di S. Sofia. Documentato fin
dalla metà del Cinquecento, il podere di Rio dei Castagni terminò, per così dire, il suo plurisecolare ciclo
vitale verso i primi anni Cinquanta del Novecento, quando la casa fu abbandonata dalla famiglia di
Giuseppe Pini. La definitiva scomparsa dell’insediamento fu causata dai lavori per la costruzione della
chiusa sul Rio Bacine, collegata all’invaso di Ridracoli. Una malinconica spianata di cemento armato ed
alcune arrugginite baracche di lamiera segnalano oggi il luogo dove si trovava l’abitazione.
Il fortunato ritrovamento, fra le carte del Genio Civile di Forlì, di una sintetica planimetria della casa, ci
consente un’imprevista “riscoperta” di Rio dei Castagni. Il disegno fu redatto nel 1924, in occasione di
una perizia (del 2 agosto 1924) finalizzata alla valutazione dei lavori necessari per riparare i danni dei
terremoti del 10 novembre 1918 e 29 giugno 1919. Le prime notizie interessanti sono contenute nella
relazione presentata in quell’occasione, di cui riportiamo alcuni stralci.
«La casa colonica Rio Castagno è situata in Comune di S. Piero e Bagno [sic], Parrocchia di Ridracoli, a
un’ora di sentiero dalla Chiesa omonima». Era di proprietà dei fratelli Giovanni, Michele, Germano e
Iginio, figli del fu Luigi Giovannetti, e confinava «con le proprietà della stessa Ditta [fratelli Giovannetti],
del Sig. Giorgi Rodolfo, del Sig. Andreani Edoardo, salvo altri.
Comprende n° 2 piani con n° 8 vani oltre al forno e porcile. È costruita con muratura di pietrame, con
solai di legname e [con] pavimenti e con tetto di legname e lastre d’arenaria. I suindicati terremoti
colpirono lo stabile danneggiandolo specialmente nel muro esterno a valle Sud, nel muro del forno, nel
tetto ed in un solaio». La pianta era approssimativamente rettangolare e di dimensioni all’incirca di metri
18 per 8; l’altezza variava fra 2 e 6 metri.
Armati di queste informazioni e della planimetria sommaria, possiamo farci un’idea abbastanza chiara di
come si presentasse l’edificio: si trattava di una tipica casa colonica a due piani insediata sul pendio, con
le stalle ed i vani di servizio a pian terreno e l’abitazione ed il capanno (o fienile) al primo piano. Gli
ingressi alle stalle si trovavano a valle, quindi verosimilmente sui lati Ovest e forse anche Sud
dell’edificio. L’abitazione al primo piano constava di una cucina ed una grande camera, con due camere
più piccole disposte sul lato Est. La presenza di una loggia sullo stesso lato Est chiaramente indica che qui
si trovava l’ingresso dell’abitazione, di certo con accesso alla cucina. Sullo stesso lato Est, ma al di fuori
della loggia, c’era il forno, anch’esso dotato di una piccola loggia antistante. Il colmo del tetto andava da
Nord a Sud, raggiungendo un’altezza massima di sei metri in corrispondenza della muraglia che separava
la cucina e la camera principale dalle camere piccole e dal forno. Gli elementi evidenziati con tratti
obliqui nella planimetria indicano le parti maggiormente danneggiate dai sismi, e che quindi
necessitavano di lavori di riparazione.
Per la cronaca, i lavori in questione furono conclusi soltanto nel 1933 e riguardarono: la demolizione del
muro Sud, dal piano terra fino alla gronda incluse le cantonate, la demolizione del forno e del «muro
esterno Est [della] stanza attigua al forno», la ricostruzione dei muri demoliti, il rifacimento del tetto in
corrispondenza degli stessi, la ricostruzione «di forno completo in pietra lavorata», la fornitura e la messa
in opera di tre catene di ferro con relativi bolzoni», ed altri lavori minori, quali la generale ripassatura del
tetto, la stuccatura esterna dei muri ricostruiti o ripresi, l’intonaco interno degli stessi e l’imbiancatura «a
latte di calce e colori terracei a due mani».
In conclusione, una umile casa colonica come tante, eppure a suo modo unica. Chi saliva verso S. Paolo
se la trovava sulla sinistra, poco discosta dalla mulattiera. Forse un cartello o, meglio ancora, un piccolo
pannello, sarebbero utili per ricordarne ai moderni viandanti l’esistenza.

Fonte: Archivio di Stato di Forlì-Cesena, Genio Civile Forlì, Carteggio Generale, busta 1170.

Didascalie:
P1210368. Rio dei Castagni nelle mappe del Catasto della Romagna Toscana del 1834.
P1050838.JPG. Planimetria sommaria di Rio dei Castagni del 1924.

La Regione Toscana, da anni impegnata nel celebrare e onorare l’abolizione della pena di morte e della tortura introdotta dal Granduca Pietro Leopoldo, presenta un nuovo convegno di grande significato storico e culturale. L’evento si pone nella scia delle numerose iniziative portate avanti con l’obiettivo di mantenere vivo il ricordo di questa svolta epocale, non solo per la Toscana, ma per l’intero panorama dei diritti umani.

La giornata del 30 novembre sarà un’occasione speciale per riflettere sull’importanza delle conquiste del passato e sul loro valore per le sfide del presente. Un sentito ringraziamento va all’amministrazione comunale di Bagno di Romagna, che si è impegnata con grande dedizione nell’organizzazione di questa significativa giornata.

Il convegno si preannuncia come un momento di confronto e approfondimento, grazie alla partecipazione di esperti, storici e rappresentanti istituzionali che si alterneranno per discutere i temi della giustizia, della dignità umana e della libertà.

Locandina in allegato
In allegato troverete la locandina ufficiale del convegno, con tutti i dettagli relativi al programma e agli interventi previsti.

Vi invitiamo a partecipare numerosi per celebrare insieme una delle pagine più luminose della nostra storia e per ribadire l’importanza dei valori universali di cui il Granduca Pietro Leopoldo si fece promotore.

Questo lavoro si propone di far conoscere l’uso e la cura delle piante nelle foreste tra Casentino, Mugello e Romagna durante il percorso di formazione del moderno Parco nazionale delle Foreste Casentinesi. Inoltre ricostruisce, dopo un’attenta ricerca archivistica, le tracce rimaste sul territorio delle vie di trasporto -o vie dei legni come erano chiamate un tempo- attraverso le quali gli alberi, una volta recisi, venivano condotti prima per via terrestre e poi fluviale a Firenze e ai porti di Pisa e Livorno. Descrive infine, attraverso una cartografia storica e moderna, come queste vie si sono trasformate nei secoli fino ad arrivare ai giorni nostri.

Autori: Massimo Ducci, Graziano Maggi, Bruno Roba.
con saggio introduttivo di Armando Cherici.
Anno: 2024
Pagine: 208
Formato: 21×29.7 cm
Prezzo: 22.00 €
ISBN: 9788885502390

 

Vi aspettiamo venerdì sera alle 20:45 presso la sede Cai di Cesena con la presenza di Alessio Boattini, Luca Onofri e Raffaele Monti.

Quel che fu duro a partire, è dolce a ricordar
Popolo e storia dei territori dell’Alta Romagna e Casentino

Storie vere raccontate e tramandate da chi le ha vissute in prima persona, aneddoti riportati con dialettica a volte ironica per poter dare meglio il senso di identità: ai luoghi e persone per comprendere lo sviluppo del loro vissuto.

L’esplorazione della storia e della cultura dell’Appennino Tosco-Romagnolo prosegue grazie al prezioso contributo di ricercatori appassionati e di grande esperienza. Il libro è disponibile in anteprima al seguente indirizzo: https://amzn.eu/d/dIGbPOi

Il “menù” propone:

  • La Val di Bagno fra Tre e Quattrocento. Insediamenti, società, economia (Alessio Boattini)
  • Castel dell’Alpe (Premilcuore). Il Castello e la Chiesa nel medioevo (Antonio Zaccaria)
  • Il censimento degli archivi ecclesiastici d’Italia del 1942nella diocesi di Sansepolcro (Andrea Czortek)
  • «La Tellurica melodia della Falterona». Il pellegrinaggio iniziatico di Dino Campana nell’Appennino Tosco-Romagnolo (Luca Onofri)
  • Piccoli furti e ladri da strapazzo. Per non dimenticare (Claudio Bignami, Silvano Fabiani)
  • Cronache del territorio del Capitanato di Bagno. Aspetti della vita civile e religiosa, parte quarta (Silvano Fabiani, Giovanni Fabiani).

Nel 1923 la Romagna toscana passava dalla provincia di Firenze – città cui era stata legata per secoli – a quella di Forlì. Il centenario di questo importante evento per la storia delle nostre comunità sarà ricordato con una serie di eventi, il primo dei quali è un convegno storico a Rocca S. Casciano, ultimo “capoluogo” della Romagna toscana.